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lunedì 30 aprile 2012

Uno dei Tanti




Ho conosciuto una persona. Una persona davvero speciale.

Non uno dei pochi, uno come tanti. Siamo entrati immediatamente in sintonia, poche parole,

qualche battuta... di test e poi via! Giù gli scudi difensivi.





Un moto d'empatia fulminante, un feeling improvviso e inatteso, reciproco.

La sensazione d'esserci già conosciuti, da qualche parte, in altro momento, magari lontano nel

passato.

Eppure era una sensazione talmente fresca che sembrava fossimo amici da sempre. Che strano!

La cosa che ho notato immediatamente è stata il suo approccio diretto, senza ambiguità e senza

cercare di spacciarsi per migliore. Che grande qualità!

Una personcina a posto, come si suol dire, normale e senza mire chissàdichè (scritto così va bene).

Uno di fronte all'altro abbiamo cercato di capire se e dove c'eravamo conosciuti, niente da fare.

Nessuna scuola in comune, nè lavori vari, zero amici comuni nè luoghi o appartenenze varie.

Un bel dilemma, ok! Ma che importa? Ringraziamo d'esserci incontrati e conosciuti, no?

Abbiamo chiacchierato toccando numerosi argomenti, con tranquillità e senza animosità.

Condiviso le preoccupazioni procurate da una realtà che non ci piace per niente, il lavoro che

non c'è e non si prevedono migliorie future, la tensione sociale, le ruberie a tutti i livelli,

modelli esistenziali inesistenti se non negative etc. etc.

Giustamente mi ha fatto notare che in quegli etc. etc. ci sono nascosti dei perfetti sconosciuti e

che tali rimarranno. Inoltre, quelli che son al di fuori di quel ristretto ed elevato gruppetto,

siamo noi! Eh sì, proprio noi, i tanti... nessuno.

Come facciamo a venirne fuori? Dobbiamo, con tutti i mezzi, diventare uno dei pochi?

Ma bisogna avere stomaco e i tanti nessuno non sono abituati al malaffare, non hanno tempo da

perdere a fregare nessuno, pensano a riempirla... la pancia.

E' vero, dobbiamo mantenere sanguisughe con il colletto bianco e l'anima(che niente ne può) nera.

La storia dell'Umanità è lastricata di vigliaccate coperte con piastrelle di, apparenti, buone

intenzioni.

Ma i genitori che dicevano ai figli: ''Prenditi un pezzo di carta, così non farai la mia fine. I

sacrifici di oggi sono l'investimento del e per il TUO futuro''. Ora cosa dicono? E quelli

passati a miglior vita? Cosa avrebbero detto/fatto?

Che infamia! Che burla! Che inganno planetario.

Ho guardato il mio collega nessuno e siamo rimasti senza parole per qualche minuto.

Credo che sia un basimento generale, tutti i nessuno del mondo... BASITI! Attoniti ed

annicchiliti assistiamo allo spettacolo globale della nostra estinzione.

Mi fermo qui, questa breve descrizione, un flash di vita di uno qualunque, un nessuno tra i

tanti termina con i saluti a Voi e all'amico, mio interlocutore. Lo specchio.

Ah, dimenticavo, parlare con lo specchio aiuta, quando non c'è ''nessuno'' ad ascoltarti.

Lo faceva Diogene con le statue e, pare, gli sia servito! A me è servito, serve e servirà.



©  Guerriero Zen


4 commenti:

  1. parlare con se stessi è come conoscere una persona nuova...dove viene istintivo studiarla e valutarla prima di proferir parola o formulare e avviare discorsi incomodi o non graditi...quanti possono dire di conoscersi?
    di conoscere veramente chi si riflette nello specchio?
    la persona con cui usciamo la mattina e fra i vari "buongiorno" e "mi scusi" sopravvive alla giornata?
    o la persona che nascondiamo...a cui non va giù l'ipocrisia e l'egoismo dilagante in questa società...che forte della sua parola e forza è pronto ad affrontare chiunque in qualsiasi momento o situazione...e sopprattutto senza PAURA ?

    RispondiElimina
  2. Namastè caro Anonimo, grazie per il commento.
    Ti dico subito che tre parole mi hanno colpito del tuo commento, forte/forza, affrontare... e la più importante (che spiega le due precedenti) la PAURA. Anzi, mi correggo ''senza PAURA''. Senza PAURA
    implica che la realtà (?) contiene minacce continue. Senza PAURA non è sinonimo di Coraggio o sbaglio? Pensi davvero che ci sia bisogno di uscire
    armati e pronti alla lotta sempre e comunque? Non è forse più saggio e rilassato camminare con le mani in tasca e fischiettando la non-PAURA e, di conseguenza, il non-Coraggio? Forse ci vuole un pizzico di follia, è vero, a fischiettare e sforzarsi, invece, di far emergere quella deliziosa parte nascosta. Forse in questa trasformazione ci vuole Coraggio, superato questo limite però... le tre parole saranno orpelli inutili e potranno coagularsi in una... Amore. Conosci altre forze di tale potenza?
    P.S. Se non siamo disposti a vivere ciò che siamo, ogni giorno moriremo e dovremo re-inventarci l'indomani. E' vivere?

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  3. purtropp l'uomo medio a questo mondo vive di paura...paura di morire,paura di perdere oggetti conquistati o digntà,paura di non esser ricordato ecc.
    anche se la paura più dilagante in questa era è la stessa paura di vivere...molto più spaventosa e complessa della gemella paura di morire.
    per quanto riguarda lo uscire armati e pronti alla lotta ormai io lo faccio ogni giorno...ovviamente la mie armi sono la mia testa e il mio piccolo bagaglio di esperienze...è per questo che non mi faccio remore a usarle quando più servono.
    la potenza dell'amore usata con "forza" è sicuramente disarmante messa a confronto con altre...purtroppo la comprensione di questa o anche solo la semplice "messa in atto" sfugge ai tanti (per precisarlo noi siamo i pochi).
    detto questo viene spontaneo citare "se non ami te stesso non potrai mai amare nessuno"...frase semplicistica ma cui si potrebbero stendere svariati dibattiti.
    alla prossima guerriero zen

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  4. La paura che citi è nata ed è alimentata proprio da quel bagaglio, piccolo o grande, d'esperienze.
    L'esperienza (passato) serve ad evitare di cadere ancora, è vero! Altrettanto vero però è, a mio modesto avviso, che vivere stando perennemente in allarme preventivo (futuro), per non cadere, assorbe molta energia e ci fà perdere gran parte dell'adesso (presente).
    Se citi mi adeguo e, altrettanto semplicisticamente e spontaneamente, cito anch'io ''se non ti liberi dei fantasmi che abbracci, come farai ad accogliere il nuovo? Libera quell'abbraccio, renditi libero e disponibile, anche rischiando, cos'hai da perdere, qualche vecchio fantasma?''.
    Chissà, forse la paura si trasformerà in Amore e comunque vale la pena di rischiare o no?.
    Namastè
    P.S. E' la paura che ti rende Anonimo/a? Ti aspetto!

    RispondiElimina

Grazie per il commento! :

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